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Sant'Andrea Apostolo
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Posizionata a margine dell’abitato antico, la chiesa presenta un aspetto tipicamente settecentesco; della fase medioevale, si conservano due capitelli figurati, inseriti nella parete esterna della cappella laterale sinistra.
Risulta menzionata nella Bolla di Senne del 1113 come chiesa appartenente alla diocesi di Caserta insieme alla chiesa di S. Donato e la sua esistenza è documentata fin dal 1326.
La sua menzione ricorre nei documenti ecclesiastici del XV secolo e, soprattutto, nelle visite pastorali di XVI e XVIII secolo.
Distrutta dal terremoto del 1732, fu completamente rifatta secondo un nuovo progetto organico e completata nel 1742, come ricorda la lapide sul portale d’ingresso che ne ricorda la costruzione: l’architetto, tuttora sconosciuto, aveva unificato, con il nuovo disegno, le varie cappelle di fondazione antica, formatesi nel tempo e in modo disordinato.
Altri due eventi sismici (1857- 1930) danneggiarono l’edificio religioso, leso ulteriormente dagli eventi bellici del 1947 e il 1955, durante il passaggio dei carri armati lungo la via Giannini.
Un’ulteriore evento sismico, quello del 1980, rendette necessario ancora un intervento di restauro, che riportò la fabbrica settecentesca nella sua veste di equilibrata eleganza.
Lo stile architettonico, di elevata qualità artistica, ricorda quello di scuola vanvitelliana; l’esecutore, certamente locale, sembra aver voluto imporre, con la facciata della chiesa, la presenza autorevole dell’edificio religioso a tutto il centro abitato. La forma del cornicione di coronamento, induce a risalire all’architetto Carlo Borromini, come anche altri elementi; l’architetto è, pertanto, da ricercare tra quelli che tra il Seicento e il Settecento rielaboravano tematiche architettoniche borromiane. In base allo stile architettonico, si avanza anche, come ipotesi, il nome di Giovan Battista Nauclerio come probabile progettista.
L’interno è a croce latina ed è a tre navate; la decorazione a stucco è particolarmente ricca di motivi floreali che incorniciano le finestre e gli archi, mentre i riquadri accolgono le tele dipinte e nicchie con statue.
L’altare maggiore è pregevole opera di scultura settecentesca di marmorari napoletani; le cappelle laterali sono abbellite da altari devozionali, appartenenti a famiglie locali.
Nella navata destra, rispetto all’altare, è conservato il fonte battesimale con vasca, attribuita al Cinquecento, con la parte lignea di manifattura locale settecentesca.
Nell’edificio religioso si conservano diverse pitture di Domenico Mondo e una statua di S. Luigi, opera di Umberto Buccino.
Lungo la navata sinistra si conserva, tra l’altro, l’antico altare in stucco del Settecento, rivestito in marmo nel 1945.
Per il rivestimento di un altro altare in questa navata conservato, è ipotizzabile la provenienza dall’antica chiesa parrocchiale e il rimontaggio nella nuova, con le probabili modifiche di adattamento al diverso spazio.
Sempre in questa parte di chiesa, si conserva la statua lignea della Madonna delle Grazie, datata al 1777 ed altre statue risalenti allo stesso periodo.
Sulla navata sinistra, in simmetria con il fonte battesimale, si apre la monumentale porta lignea settecentesca.
Sul lato sinistro dell’altare maggiore, è la cappella del S. Rosario,che conserva ancora il pavimento settecentesco in maiolica.
In essa è la tomba del servo di Dio Giacomo Gaglione, fondatore dell’Apostolato della Sofferenza, meta di pellegrinaggi provenienti da vari parti d’Italia e dall’estero.
Altro culto di particolare devozione fino ai nostri giorni, che ha sede nella chiesa di S. Andrea, è quello per la Madonna del Carmelo, il cui culto era già presente nella chiesa grazie alla statua della Madonna disegnata da Onofrio Buccini.
Al di sotto dell’attuale sacrestia, da una scala laterale di tufo, si accede alla sala ecclesiale cimiteriale, dove è ancora conservato l’altare settecentesco in stucco.
Le quattro botole del pavimento immettono nella terra santa.
La chiesa conserva le spoglie di Marco Mondo e di Mattia Zarrillo, illustri cittadini di Capodrise.
Il campanile o torre aragonese adiacente all’edificio religioso, è datato al 1412; si articola su tre piani sottolineati da cornici rinascimentali. Era, inizialmente, sormontato da un orologio che nella prima metà dell’800 fu trasferito sulla facciata del vecchio municipio, che ne era proprietario, poiché le continue vibrazioni prodotte dal suono delle campane, ne alterava spesso il meccanismo; infatti, esso fu sostituito con un altro orologio sistemato all’interno dell’arcata del II° livello.

Adiacente al campanile, è la Congrega di san Marco, in cui è conservato un affresco seicentesco.



 
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